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mercoledì 19 novembre 2008

gnosi, grazie ad un amico

a proposito di ciò che mi hai chiesto ti devo dire: le tesi che hai esposto sono analoghe ad una vecchia eresia detta gnosi, che unisce sincretisticamente, cioè senza costrutto logico coerente, dottrine e idee di diversi sistemi filosofici e religiosi. Essa, la gnosi, così come la descrivo è una dottrina falsa perchè contiene ambiguità tali che le consentono di mutare sempre in modo da adattarsi ad ogni domanda cambiando di nascosto le sue basi, appunto si richiama ora a una teoria ora all'altra secondo il suo comodo. Lo scopo è cercare adepti per un gruppo scelto, come i massoni che spesso sono anche gnostici, un'elite di uomini che si credono superiori agli altri e a Dio, cercano solo i propri interessi (solito sesso, donne, potere, droga, alcol, benessere materiale e a volte si dedicano a occultismo e spiritismo).
La religione vera è una cosa assai più seria, con basi anche razionali o almeno credibili e ragionevoli, fondata su fatti riscontrabili anche in natura e nella storia nell'archeologia, l'uomo di oggi come quello di ieri ha gli stessi vizi e le stesse virtù, lo stesso destino (con Dio o contro Dio che ci aspetta, davanti a Dio, eterno, un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno), l'uomo è un tutt'uno anima e corpo, come due coprincipi, l'anima fa vivere il corpo e non muore con esso. ciao ciao da Riccardo

grazie ad un amico, rispondo alla sua affermazione circa la cecità dei cristiani

grazie, Metallskin, anche se ti capisco ti consiglio di leggere il libro così poi ne riparliamo...Messori era ben più razionalista e laicista di me e di te ma poi...gli è accaduto il contrario di quanto tu dici: un giorno si è domandato su cosa fondava le sue idee, e non trovò le basi quindi...iniziò a pensare

ora dimmi qual è il tuo credo così posso iniziare a ragionare con te cercando, se vuoi, elementi condivisi e ti mostrerò, se vuoi, percorsi logici a cui, se vuoi, puoi opporre le ragioni che credi...

certo se un cristiano crede senza capire allora hai ragione, ma se fornisce ragioni per la sua fede allora forse vanno prima considerate e poi giudicate, a meno che non si rifiuti l'uso di ragione ma allora chi rifiuta di ragionare è senza ragione appunto..ciao ciao e grazie da Riccardo

mercoledì 12 novembre 2008

cristiano non vuol dire cretino, anzi...

questa è la visione di un intellettuale che era razionalista, laicista, anticlericale... che poi ha superato i suoi irrazionali pregiudizi dogmatici e ha fatto sua la fede cattolica...si chiama Vittorio Messori, "Perchè credo", 2008...lo sto leggendo

venerdì 7 novembre 2008

grazie a Gabriella....LA RETORICA

Allora, ecco una piccola sintesi: 1. ti devi divertire, la vita è bella! Tu sei più filosofa di molti filosofi!

2. in Aristotele la retorica è l'arte di rendere verosimile la verità, cioè la retorica ha per fine non il persuadere ma la ricerca e individuazione dei mezzi che servono a persuadere, dei mezzi di persuasione. E gli strumenti per persuadere vengono ricavati dalle cose stesse, cioè per esempio si utilizzano fatti accaduti per suscitare emozioni, passioni in colui che ascolta secondo la sua sensibilità. Gli strumenti principali che si devono usare nella retorica sono l'ethos, cioè il carattere del retore, la sua immagine pubblica, il modo in cui appare davanti al pubblico o all'ascoltatore, il pathos, cioè le passioni da suscitare secondo la natura dell'ascoltatore, le emozioni che scaturiscono dal discorso, e il logos, cioè la coerenza logica dell'argomentazione razionale, la razionalità stessa del discorso. La retorica quindi si serve dell'ethos e del pathos, strettamente legati tra loro, e del logos che organizza la struttura razionale, la coerenza logica del disorso persuasivo. L'elemento fondamentale all'inizio è l'ethos: esso deve essere curato bene perchè l'immagine iniziale è importante, Aristotele specifica anche tre elementi necessari per un ethos efficace: aretè, fronesis ed eunoia come "profilo" credibile, virtuoso, "saggezza pratica"- buon senso, realismo, "benevolenza" nel senso di buona volontà come apertura mentale, disponibilità a capire e a farsi capire. Aristotele, che genialmente spiega questo e molto altro, dimostra anche che la retorica nelle mani di un imbecille o di un mal intenzionato più è perfetta più è dannosa e pericolosa, per l'imbecille stesso e per tutti, perchè sarà usata per devastare la vita sociale e comune, asservita a vizi e capricci contro natura e inutili. Infatti, Aristotele contesta la retorica come mero strumento di persuasione svincolato da ogni principio e verità, anche perchè la virtù della giustizia e la contemplazione della verità sono per lui la vera aspirazione di ogni uomo, a cui per natura razionale tutti tendono, ma liberamente, perciò alcuni viziosi e corrotti possono rinnegare la propria natura come fossero bestie (nel senso tecnico di rinnegamento della propria ragionevolezza e razionalità, coerente con la loro natura intellettuale specifica dell'uomo).
Al contrario il pathos risulta fondamentale soltanto alla fine del discorso persuasivo, dell'azione del buon retore, o oratore, perchè le passioni e le emozioni devono nascere gradualmente nel corso del discorso per consentire magari il cambiamento di alcune idee, forse inesatte o false, presenti nella mente dell'ascoltatore e che il retore vuol far abbandonare.

3. citiamo il mio amico e collega, con cui abbiamo discusso questo che direi è anche un suo argomento di studio e insegnamento: prof. Rafael Jimenez Catano